Le origini del Museo
“Sono lieta di sentire che diversi cimeli di guerra sei riuscito a metterli in salvo. […] Non appena giungeranno i bauli, premurosamente li faremo ritirare ed abbiamo già combinato di mettere tutto nella cameretta sul di dietro, ora sgombra del letto. Qualunque cosa tu voglia mandare, manda pure sia anche dei tuoi compagni.”“Giunse martedì verso sera dopo aver letto nell'ultima tua che avresti mandato il camion, essendo [noi] ancora a S. Potito [...] ma i camions come ho detto giunsero tardi; ne fummo avvertiti alle sei e trenta che già era buio pesto. [...] Al mattino Papà andò sulle 9 in città, e già buona parte era stata scaricata; mi ha detto che molto fu messo nella camera grande sul davanti e il resto al coperto e tutto bene riparato, come desideri. I motori mi dice che sono pesantissimi. ”
Queste poche righe, tratte da due lettere scritte da Paolina nel novembre del 1917 , spiegano l’origine della raccolta di cimeli che non è nata dopo la morte di Francesco Baracca con intenti celebrativi, ma era già cominciata per sua iniziativa quando ancora egli era in vita . È da ritenere eccezionale il trasporto con due autocarri di tanto materiale in un momento di estreme difficoltà e di vie di comunicazione affollate e intasate in seguito alla ritirata di Caporetto. Molti di questi reperti , appartenenti agli aerei abbattuti, erano stati scelti da Baracca a dimostrazione delle tecnologie più moderne applicate alla strumentazione degli aerei e agli armamenti. Inoltre la raccolta comprendeva anche elmetti, fucili, mitragliatrici e altro materiale usato nella guerra di trincea dell’esercito avversario. Molti pezzi interessanti di fabbricazione austro-ungarica costituiscono oggi vere rarità nel panorama museale italiano ed europeo.
Tale collezione fu il primo nucleo di reperti conservato dal Museo Francesco Baracca, istituito dal Comune di Lugo nel 1924 e inaugurato nel giugno di due anni dopo , in presenza dell’erede al trono, il Principe Umberto di Savoia. Le collezioni del museo sono state arricchite dalla donazione da parte della famiglia Baracca avvenuta nel 1951 comprendente le decorazioni e i relativi diplomi, la corrispondenza personale, alcune uniformi e oggetti vari .
Il Museo fu allestito fino al 1990 presso la Rocca estense in una sala affrescata con motivi decorativi di ispirazione rinascimentale, realizzati dall’artista lughese Lucio Benini, e affacciata sul voltone d’ingresso. Già a partire dalla sua creazione, ebbe come elemento centrale, lo SPAD VII S 2489 , esemplare originale appartenuto alla 91a Squadriglia Caccia, comandata da Baracca, dove prestò servizio fra la fine del 1917 e l’inizio del 1918. Costruito nel 1917 dall’azienda francese Societé Pour l’Aviation et ses Derivés negli stabilimenti Blèriot, questo biplano è stato donato alla Città di Lugo in occasione dell’intitolazione del campo di aviazione di Centocelle a Francesco Baracca il 21 aprile 1919. Nella prima sede del Museo l’aereo era appeso al soffitto ed in seguito è stato sottoposto a due interventi di restauro, il primo negli anni ’60 dai tecnici dell’Aeronautica Militare e successivamente, nel 1990, da parte della sezione di Torino del Gruppo Amici Velivoli Storici (GAVS).
Nel 1993 il Museo venne trasferito nella casa natale dell’Asso, adempiendo finalmente le volontà testamentarie del padre Enrico. Dal giugno del 1993 all’aprile del 1999 il Museo ospitò una prima sezione, limitata al piano terra, con lo SPAD e alcuni cimeli. Nel 1997 venne donato al Museo un esemplare di Fiat G-91Y appartenuto all’8° Stormo operante presso l’aeroporto militare di Cervia-Pisignano.
Nell’aprile 2014 l’edificio fu sottoposto a lavori di consolidamento antisismic o, durati circa un anno, causando lo spostamento temporaneo di alcuni cimeli presso la Sala Baracca, prima sede del Museo. Alla riapertura fu inoltre installato uno speciale simulatore di volo realizzato nell'ambito di ALISTO - Ali sulla storia , un progetto transfrontaliero triennale che attuò sinergie tra ricerca storica e sviluppo di tecnologia software. Il simulatore fruibile per i visitatori ricrea il paesaggio storico con la mappatura sul modello digitale del terreno delle foto aeree di guerra italiane e austro-ungariche e consente di vedere dall’alto sia il paesaggio degli anni 1915-18, sia quello di oggi, percependone i valori storici e le trasformazioni, constatando a colpo d’occhio i profondi cambiamenti subiti in un secolo.
Viene inoltre creata una sezione dedicata alla “Collezione Baldini” , fondo di cartoline illustrate della Grande Guerra di notevole pregio.
Il Museo, completamente rinnovato, viene riaperto al pubblico il 23 maggio 2015 .